Takata si è dichiarata colpevole delle accuse di frode negli Stati Uniti, che in questi anni ha volontariamente nascosto evidenze di problemi potenzialmente letali con il suo sistema detonatore di airbag nelle auto, che faceva sì che tali dispositivi entrassero in funzione senza motivo.
Il sistema difettoso è stato montato su circa 100 milioni di auto da tredici produttori, ed è stato collegato ad almeno 16 morti, di cui 15 erano veicoli Honda.
I clienti di Takata hanno emesso congiuntamente il più grande richiamo nella storia dell’automobile per risolvere il problema. Oltre a $ 1 miliardo di multe legali, si prevede che Takata dovrà pagare più di $ 7 miliardi di dollari per risolvere il problema su tutte le auto in commercio.
L’ultimo caso legale derivava proprio dal fatto che il produttore giapponese sapeva di questo difetto da ben quindici anni, ma ha continuato a fornire ai propri clienti il componente difettoso.
Anche diversi produttori di automobili sono stati citati in giudizio per non agito, pur avendo scoperto il problema prima che il caso fosse aperto.
Probabilmente, ma non possiamo esserne certi, Takata era anche la casa che ha prodotto gli airbag per lo sfortunato ragazzo italiano morto in un incidente stradale qualche anno fa e il cui caso era stato riaperto proprio in seguito ad un richiamo della casa automobilistica e successivamente documentato in una puntata de Le Iene.
Gira voce che Takata sia in cerca di un acquirente al fine di chiedere aiuto per sopravvivere al periodo finanziario pesante che sta affrontando. In un comunicato ufficiale la società ha negato che stava valutando la ristrutturazione.
È stato invece ribadito che la stabilità è importante e ha garantito che non ci sono state “interruzioni nella catena di fornitura, che possono compromettere direttamente Takata, la quale è in grado di adempiere alle proprie responsabilità di fornitore e quindi evitare l’impatto negativo su un ampio numero di investitori”.
Il Dipartimento di Giustizia statunitense ha ordinato che Takata resti sotto osservazione per un lungo periodo di prova di tre anni.